Il carciofo che si mangia è il fiore non ancora dischiuso della pianta. Originario di Cartagine, viene consumato dagli Egizi, poi dai Greci e dai Romani. Diffuso in tutta l’Europa meridionale perché ama il clima temperato. Il suo ciclo naturale va dall’autunno alla primavera, tradizionalmente la Pasqua è l’ultimo periodo dell’anno in cui si può gustare l’ortaggio fresco, in famose ricette come la coratella con i carciofi.
Ricchissimo di proprietà naturali, vero ricostituente, protettore e tonificante del fegato grazie alla cinarina (sostanza alcaloide ad azione coleretica, che stimola cioè la produzione di bile), è un alimento veramente insostituibile, , ricco di ferro, di vitamine- specie quelle del gruppo B, di flavonoidi con azione ipoglicemizzante e di tannini ed esercita una azione antiossidante , antitossica e depurativa del sangue.
La bionutrizione clinica lo utilizza in tanti modi:
- Crudo, condito con olio , sale e un po’ di limone esplica al massimo le sue virtù.
- Trifolato, in padella con olio extravergine, aglio e prezzemolo, stimola più gentilmente la contrazione e lo svuotamento della colecisti.
- Fritto in pastella di acqua e farina: la frittura è una modalità di cottura che imprime una stimolazione più decisa a tutto l’organismo.
- Fritto-dorato: il doppio passaggio prima nella farina e poi nell’uovo lo rende più adatto ed appetitoso per i soggetti più giovani.
- Alla Giudia: la frittura di tutto il carciofo aperto come un fiore direttamente nell’olio bollente stimola potentemente il metabolismo, favorisce il deflusso biliare e la peristalsi intestinale.
Anche la foglia può essere utilizzata in forma di tisana, così come l’acqua di cottura, entrambe depurano e sostengono gentilmente un fegato steatosico oltre a favorire l’eliminazione degli acidi urici. Esistono carciofi di molte varietà, adatti ad ogni tipo di gusto e palato, dagli spinosi e croccanti violetti, ai teneri e rotondi romaneschi. L’importante è lavarli bene prima dell’utilizzo per eliminare tutti i pesticidi e consumarli il più possibile durante il lungo periodo in cui la Natura ce li offre.
Ricetta: coratella di abbacchio con carciofi
Più che una ricetta, una considerazione: La presenza dei carciofi romaneschi, cioè tardivi, morbidi e grandi, permette di digerire un alimento complesso e ricco di colesterolo come le interiora dell’animale giovane… Ancora una volta, dietro ad ogni piatto della cucina tradizionale si cela una spiegazione profonda.