CAVOLO CAPPUCCIO E VERZA

Dic 9, 2021

Appartiene alla famiglia delle Brassicacee, si distingue in due varietà che sono il cavolo cappuccio (sia rosso che bianco) e la verza: il primo con foglie esterne lisce, concave e serrate, mentre la seconda con foglie rugose.
Per praticità entrambe le varianti rientrano nella tipologia “cavolo”.
In generale i cavoli contengono elevate quantità di vitamina C, molti antiossidanti (con valore antineoplastico), ferro, potassio, calcio in notevole quantità, fosforo, iodio, cellulosa e amido. Tutti questi elementi lavorano in modo sinergico e lo rendono un alimento ideale nella prevenzione e nella cura di molte patologie.
Alcune indicazioni:
Patologia tiroidea: in combinazioni alimentari gestite dal medico bionutrizionista, il cavolo può ben modulare la funzione della ghiandola.
Pasto per stimolare: involtini di verza, insalata di finocchio crudo e melograno.
Pasto per rallentare: pesce arrosto, cavolo cappuccio crudo in insalata, mela.
In caso di osteoporosi:
Pasto: formaggio tenero, cavolo ripassato con aggiunta di filetto di acciuga e di pinoli, pera.
In caso di stipsi:
Pasto: petto di pollo al limone, verza lessa appena scottata, kiwi.
Gastrite:
Centrifugato di cavolo cappuccio crudo, un sorso ogni mezz’ora.
Nausea dopo chemioterapia:
Pasto: prosciutto crudo o bresaola, cavolo lesso e condito con olio e limone/olio ed aceto.
Importantissimo, infine, l’utilizzo del cavolo come impacco esterno, ben conosciuto fin dai tempi di Ippocrate.
Si realizza così: stirare con ferro caldo le foglie di cavolo più grandi (eliminando la costola centrale dura) fino a renderle lisce.
Applicare le foglie in più strati sulla parte dolente per 3 o 4 ore di seguito o durante la notte. Rimuovere quindi le foglie, che appariranno avvizzite ed inumidite, spesso con odore sgradevole (metodo pratico ed utilissimo in innumerevoli situazioni, dal dolore articolare alle contusioni, in casi di cefalea, per screpolature o geloni, edemi periferici e molto altro).

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